domenica, giugno 10, 2007

I FONDI ALL'EDITORIA:

L'intervista del Corriere a Paolo Bonaiuti che dichiara "il governo non faccia chiacchiere Chiuda subito il Dipartimento di Palazzo Chigi".

Source : CORRIERE DELLA SERA

Se dobbiamo prendere atto che la stagione dei contributi pubblici all'editoria è finita, come sta affermando il governo in questi giorni, sono inutili le mezze misure». Paolo Bonaiuti, braccio destro di Silvio Berlusconi, deputato di Forza Italia, ed ex sottosegretario alla Presidenza con la delega proprio all'editoria, propone una cura shock.

Chiudere subito il Dipartimento per l'Editoria e l'Informazione di Palazzo Chigi e trasferire la gestione dell'esistente alla Ragioneria Generale dello Stato». È una provocazione?
Per niente. Deve essere il Parlamento, perché solo il Parlamento è competente, a decidere che fine faranno i contributi all'editoria».

E il piano di razionalizzazione del governo?
Chiacchiere. Come al solito il governo Prodi sta menando il can per l'aia. Il nostro esecutivo è stato il primo, il primo in assoluto, a mettere sul sito ufficiale del governo, già nel 2005, tutti, ma proprio tutti i contributi pubblici erogati all'editoria. Diecimila voci, un'operazione da certosini, ma di assoluta trasparenza, fatta proprio per mettere in rilievo il problema. E mi pare che i dati pubblicati sul sito siano ancora quelli del 2004, gli ultimi che abbiamo messo noi. Propaganda, fanno solo propaganda".

L'esecutivo ha annunciato una proposta per la fine di giugno...
Devono ricordarsi che i contributi diretti li ha voluti il Parlamento. Lo sanno come? Votandoli ogni anno per 26 anni di fila, perché la prima legge è del 1981. Vuoi dire che si è proceduto sempre con votazioni trasversali. Perciò è inutile cincischiare e stare a farsi belli con soluzioni che alla fine non dipendono dall'esecutivo».

Quindi è inutile fare una proposta?
Se il Parlamento non vuole più i contributi lo dice il Parlamento, non il go- dichiarazioni roboanti, le apparizioni nei programmi tv di seconda serata, l'orgia di parole con cui il governo Prodi vuole stordirci. Se loro vogliono davvero eliminare i
contributi vengano in Parlamento, lo dicano, e trovino una maggioranza che gli vota questa cosa».

Anche lei ha avuto i suoi problemi con la riforma.
È vero. Sulla legge Bonaiuti di riforma delle agevolazioni erano d'accordo tutti, i partiti di destra, di centro e di sinistra, la grande e la piccola editoria, i giornali di partito e quelli editi dalle cooperative di giornalisti. Ma è rimasta ferma tré anni in Parlamento, e lì sta. Perché nella sua autonomia sovrana il Parlamento forse non se l'è sentita di affrontare la riforma, tutto qui».

E non cambierà atteggiamento...
Mah, guardi. Io e il mio predecessore a Palazzo Chigi, Vannino Chiti, per diverse legislature, ci siamo limitati ad applicare con estremo rigore le norme sul finanziamento
alla stampa che erano state decise dal Parlamento con maggioranze bulgare».

Ma lei è davvero convinto che nei 500 milioni di spesa annua per i contributi non ci sia proprio nulla da risparmiare?
Ma via! Di quella somma almeno i quattro quinti se ne va per le agevolazioni sulle spedizioni postali degli abbonamenti, quindi ai grandi gruppi, alla grande stampa».

E i quotidiani di partito? Niente più soldi pubblici?

Se il governo vuole e il Parlamento accetta, i fondi ai quotidiani di partito possono essere inseriti nei finanziamenti complessivi alla politica. Per esempio nei rimborsi elettorali. Ma lo ripeto, deve decidere il Parlamento, come è sempre stato in questa materia. E il governo la smetta di lanciare proclami. Parole, parole, solo parole. Sembra il coro dell'Aida. Par-tiam, partiam, partiam: tutti lì a pestare i piedi per terra e
nessuno che si muove».

Mario Sensini

Reference date : 08/06/07
Data :08/06/07 10.34

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