mercoledì, aprile 18, 2007

PROFESSIONE GIORNALISTA
Roma, 17 aprile 2007. Aumentano le sanzioni per i giornalisti ma, per chi pubblichera' atti vietati, non scattera' il carcere. Controlli piu' severi da parte della Corte dei Conti sulla gestione amministrativa delle intercettazioni. Sono queste le novità principali introdotte nel disegno di legge messo a punto dal ministro della Giustizia Clemente Mastella e approvato oggi dalla Camera praticamente all'unanimita': 447 si', 7 astenuti, nessun voto contrario.

AUMENTANO DIVIETI E SANZIONI - Sarà sempre piu' difficile pubblicare sui giornali i contenuti delle intercettazioni. Il testo, che passa ora all'esame del Senato, vieta infatti la pubblicazione, anche parziale o riassunta, di tutti gli atti di indagine, almeno fino all'inizio del processo. E questo vale anche per le intercettazioni in generale, per i flussi telematici e per il traffico telefonico. Non sara' possibile neanche sintetizzarne il contenuto. Vietatissima anche la pubblicazione di tutte le parti di ordinanza di custodia cautelare che riportano il contenuto delle telefonate intercettate e delle intercettazioni che riguardano persone estranee ai fatti del processo o che, comunque, risultano irrilevanti ai fini del procedimento. Oltre ai divieti, aumentano anche le multe per i cronisti. Quelli che pubblicheranno atti vietati rischieranno l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda da 10 mila a 100 mila euro. La norma attuale del codice penale (art. 684) prevede invece l'ammenda da 51 a 258 euro. Il carcere però resta comunque per tutti quei giornalisti che metteranno in pagina informazioni raccolte illecitamente: da sei mesi a quattro anni.
I POTERI DEL GARANTE - I poli hanno discusso a lungo su questo. Alla fine l'ha spuntata la Cdl: il Garante per la privacy dovrà intervenire e ordinare, a spese dei responsabili, la pubblicazione dell'ordinanza che accerta l'illecito commesso dal cronista su uno o più mezzi di informazione. L'ordinanza dovrà poi essere trasmessa anche all'Ordine dei giornalisti, che potrà disporre le sanzioni disciplinari del caso.
VIETATI ANCHE I DOSSIER - Ogni notizia raccolta illecitamente non potrà essere pubblicata e dovrà essere conservata in un archivio riservato per venire poi distrutta dopo cinque anni. Se pero' questo materiale verra' acquisito ad un procedimento penale per la distruzione si dovra' aspettare o la sentenza definitiva, o la prescrizione del reato. Il carcere per chi detiene questa documentazione illecita potra' andare da sei mesi a quattro anni. Responsabile dell' archivio segreto sara' il procuratore capo o un suo delegato.
SI RIDUCONO I CENTRI DI ASCOLTO - I centri d'ascolto saranno ridotti drasticamente dagli attuali 163 a 26: uno per ogni distretto di corte d'Appello. Il ministro della Giustizia dovra' determinare una sorta di canone annuo per rimborsare i gestori che fanno fronte alle richieste di intercettazioni e di tabulati sul traffico telefonico. Ogni procura, infine, entro il 31 marzo, dovra' inviare al Guardasigilli una relazione sulle spese sostenute sul fronte delle intercettazioni, che dovra' essere trasmessa alla Corte dei Conti per il controllo sulla gestione amministrativa. La magistratura contabile, cioe', potra' dire la sua su eventuali spese folli o inopportune. Ma non potra' entrare nel merito delle decisioni. (ANSA).

1 commento:

la stanza in fondo agli occhi ha detto...

ragazzi che botta! cmq qualcosa ci voleva, sui giornali ci finisce di tuttu, pure cosa mangia il mio vicino a colazione... Forse però hanno un po' esagerato