Dal sito: http://www.repubblica.it/
E' questione di misure. Di punti di fuga, di prospettive. E il gioco è fatto. Con un modellino di pochi centimetri, sul giusto sfondo alla giusta distanza, l'effetto fotografico è ineccepibile. Se non fosse per la mano umana, che restituisce la verità delle proporzioni. Maestri di quest'arte sono, ad esempio, i giapponesi, che la applicano alle architetture dei giardini. Uno Space Shuttle in miniatura è una delle attrazioni dei parchi di Orlando, in Florida: la navicella è piccina, ma se uno ci si fa fotografare davanti, sembra davvero svettare sullo sfondo.
sabato, febbraio 24, 2007
venerdì, febbraio 23, 2007
giovedì, febbraio 22, 2007
Dal sito dell'odg
Si svolgerà a Perugia, dal 21 al 25 marzo 2007, la prima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, ideato ed organizzato da Il Filo di Arianna Srl, con il patrocinio del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, dell'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, la Regione Umbria, la Provincia, l'Università degli Studi, e con la collaborazione straordinaria di Claudio Sabelli Fioretti. La manifestazione prevede un nutrito programma di eventi. Due lectio magistralis dello scrittore e giornalista Piero Ottone sul tema "Vizi e virtù del giornalismo italiano" e del filosofo Sari Nusseibeh dal titolo "L'importanza dei media nel processo di pace in Medioriente".Rassegne stampa: presso il prestigioso bar del Centro Storico di Perugia, davanti a cappuccino e brioche, Massimo Cirri, Filippo Solibello, Giorgio Lauro, Claudio Sabelli Fioretti leggeranno e commenteranno i giornali insieme al pubblico.
lunedì, febbraio 19, 2007
domenica, febbraio 18, 2007
Nel testo che apre il volume, Mauro Paissan fa il punto sulle novità introdotte dal codice deontologico, sul dibattito che ha suscitato, sul lavoro svolto in questi anni dal Garante, ma traccia anche le prospettive etiche su cui si devono necessariamente misurare quanti operano nel mondo dell’informazione. “In tema di privacy – scrive il componente del Garante - non c’è una ricetta valida sempre e comunque … la responsabilità del giornalista è sempre preminente”.
Un responsabilità che va assunta anche di fronte alle nuove sfide rappresentate da Internet e dalle nuove tecnologie di comunicazione che hanno ulteriormente accresciuto il potenziale conflitto tra vita privata e identità della persona da un parte e libero flusso delle informazioni dall’altra. “La ricerca di un equilibrio tra questi valori - conclude Paissan - rappresenta la chiave di volta per assicurare, anche nell’era digitale i diritti fondamentali di libertà e democrazia” .
Milano, 8 febbraio 2007. A Lecco è accaduto un episodio intollerabile, abnorme, in violazione dei principi costituzionali (art. 21, commi 1 e 2) in tema di libertà di stampa e dell’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il diritto dei cittadini comunitari a ricevere e a dare notizie. Il pubblico è rimasto in aula, i cronisti sono stati buttati fuori, perché l’imputato (di truffa) non voleva i giornalisti presenti. Chiedo al Csm, al presidente della Corte d’Appello e al Procuratore generale di intervenire. La decisione è un attentato alle libertà costituzionali e al diritto dei cittadini all’informazione! Il giudice monocratico Laura De Dominicis ha commesso un abuso indefinibile nella sua gravità. Che farà l’Anm?
Franco Abruzzo
presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia
………………………
Gentilissimo Presidente, Ti segnalo la difficile situazione che si è venuta a creare fracronisti, Procura e Tribunale di Lecco. I pm – come previsto dalla legge – hanno affisso un cartello (all.1) in cui chiedono di non essere disturbati dai giornalisti, mentre il Procuratore Capo incontra raramente i giornalisti. Ieri è accaduto il fatto più grave: ad un pubblico processo (all.2) su richiesta di un legale, un giudice ha fatto allontanare i cronisti presenti, facendo rimanere in aula gli altri cittadini. Forse siamo cittadini di serie B? Cosa possiamo fare?
Angelo Panzeri, caposervizio red. Il Giorno – Lecco
ALL. 1 - COPIA CARTELLO
LECCO - Il sostituto procuratore della Repubblica Paolo Del Grosso ha invitato due cronisti aleggere attentamente e meditare quanto da qualche giorno esposto per i rapporti: "Avviso pergli organi di informazione". E di seguito:
Il Sost. Procuratore della Repubblica dott. Paolo Del Grosso
11.01.07
ALL.2 - Articolo pubblicato su IL GIORNO ED. LECCO – 8.2.2007
Fuori i cronisti:
un gravissimo
precedentein Tribunale
LECCO - AULA NEGATA ai giornalisti.
Angelo Panzeri
Cronisti allontanati dall'aula del Tribunale di Lecco. Abruzzo: "Che farà l'Anm?"
Lecco, 9 febbraio 2007. Due giornalisti sono stati allontanati dall'aula del tribunale di Lecco dove l'altro giorno era in corso un processo per truffa. Motivo: penne e taccuini potevano provocare tachicardia all'imputato, stando alla tesi del difensore, accolta dal giudice, che ha ordinato ai cronisti di uscire mentre il processo proseguiva alla presenza del resto del pubblico.
La vicenda ha richiamato l'attenzione del presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo,
secondo il quale il giudice monocratico ''ha commesso un abuso indefinibile nella sua gravita'''.
L'avvocato aveva chiesto l'allontanamento dei giornalisti in quanto l'imputato soffriva di disturbi cardiaci e a suo dire la vista di penne e taccuini gli avrebbe potuto provocare la tachicardia. Lo stesso legale aveva chiesto un processo a porte chiuse ma il giudice non aveva accolto la richiesta non sussistendone i motivi, allontanando pero' i giornalisti e dicendo che in ogni caso i cronisti avrebbero poi trovato il modo di sapere le notizie del processo in corso.
''La decisione - ha commentato Franco Abruzzo - e' un attentato alle libertà costituzionali e al diritto dei cittadini all'informazione. Il giudice Laura De Dominicis ha commesso un abuso abnorme e intollerabile. Che fara' l'Anm?''. (ANSA).
CRONISTI ALLONTANATI DA AULA: UNCI, INVIEREMO ESPOSTO A CSM
Milano, 9 febbraio 2007. L'Unione Nazionale Cronisti Italiani inviera' un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura per denunciare il comportamento del giudice del Tribunale di Lecco che ha allontanato due cronisti dall'aula nella quale si svolgeva il processo a un truffatore perchè la vista delle loro penne e taccuini poteva provocare episodi di tachicardia all'imputato. ''Non contenta di aver accolto questa risibile richiesta - scrive l'Unione nazionale cronisti - il magistrato ha giustificato la sua decisione con il fatto che in ogni caso i cronisti avrebbero poi trovato il modo di avere le notizie sul processo di seconda mano''. ''Al magistrato - prosegue la presa di posizione - l'Unci ricorda che i dibattimenti per definizione sono pubblici e che quindi aver impedito a due cittadini italiani di assistervi costituisce un grave abuso. Abuso che diventa una precisa lesione dei diritti costituzionali dei cittadini di essere tempestivamente e precisamente portati a conoscenza di quanto avviene se, come è accaduto, ad essere espulsi dall'aula sono due cronisti coloro i quali per dettato costituzionale e di legge sono proposti a informare l'opinione pubblica''. ''Il diritto-dovere di cronaca - sostiene l'Unci - non può conoscere restrizioni né autorizzazioni: la libertà di informazione deve essere piena''. (ANSA).
venerdì, febbraio 16, 2007
Dal sito dell'odg
In Belgio una sentenza ha condannato Google a pagare una multa per aver pubblicato gratuitamente articoli di giornali, violando le norme sul diritto d'autore. Il giudizio, che rischia di aprire nuovi contenziosi, nasce da una disputa sorta all'inizio del 2006 tra il gruppo americano e l'associazione Copiepresse, che tutela il copyright di alcuni giornali belgi. Quest'ultima accusava Google di aver pubblicato gratuitamente articoli e foto presi dai siti web dei quotidiani dove le notizie erano invece disponibili a pagamento, negli archivi on-line riservati solo agli abbonati al servizio.
La condanna prevede il pagamento di una multa di 25 mila euro (anziché un milione come era stato stabilito in primo giudizio) per ogni giorno in cui Google ha mantenuto sulle proprie pagine le notizie, che sui siti dei quotidiani non erano più in chiaro. Inoltre il gruppo è stato obbligato dai giudici a rimuovere dalle sue pagine tutti i link ai giornali belgi.
Google si è difeso sostenendo che sulle pagine sono visibili solo alcuni estratti delle notizie, senza quindi danneggiare i quotidiani ma, al contrario accrescendo indirettamente il numero dei visitatori sui loro siti. Il giudice belga ha invece stabilito che "riproducendo sul suo sito Google News anche solo titoli di articoli e brevi estratti, Google comunica al pubblico delle opere protette da diritto d'autore".
Il verdetto non è ancora definitivo perché costituisce una revisione della sentenza di primo grado emessa cinque mesi fa. Inoltre la soluzione della controversia potrebbe essere raggiunta con una transazione finanziaria concordata tra Google e Copiepresse.La decisione, in ogni caso, potrebbe aprire la strada a successivi ricorsi contro Google o contro altri motori di ricerca, da parte di altri gruppi editoriali ed in altri Paesi, compresa l'Italia.
L'ultimo re di Scozia, regia di Kevin Macdonald, è la storia di un giovane inglese laureato in medicina, Nicholas Garrigan, che decide di dare una svolta alla sua vita e di cercare l'avventura oltre i confini del suo paese, la Scozia. Ragazzo impulsivo, viziato e sicuro di sè, punta il dito sul mappamondo e sceglie a caso la sua destinazione: l'Uganda. Qui la situazione non è certo delle migliori: il popolo versa in condizioni estreme e i medici scarseggiano. Garrigan si dà subito da fare, conquistandosi la fiducia di tutti. La sua vita ben presto si incrocierà con quella del dittatore dell'Uganda, Idi Amini, che nel 1971 sale al potere grazie ad un colpo di stato contro un corrotto regime filo-comunista.
Trailer:
mercoledì, febbraio 14, 2007
martedì, febbraio 13, 2007
Plastiche lo sono per definizione, immobili per status, materiali. Fino a quando gli utenti di Worth1000 non hanno deciso di dare ai marmi di Michelangelo, Mirone, ai bronzi delle sculture di parchi e giardini, una nuova vita. Tutta digitale. Rielaborando sui loro computer le immagini della Statua della Libertà che invece di stringere la consueta torcia, adesso fa le corna o fuma seduta una sigaretta. Mentre il Discobolo di Mirone fa surf con un costume a fiori, e la dea Kali che non sfoga più la sua furia sugli umani, ma si diverte a colpire palle da tennis impugnando quattro racchette. (Dal sito: La Repubblica)
Descrizione: Nel mondo politico e in gran parte del giornalismo italiano assistiamo da tempo a un fenomeno inquietante: la "scomparsa dei fatti". Capovolgendo il vecchio motto del settimanale Panorama "I fatti separati dalle opinioni", oggi sono spesso le opinioni a trasformarsi in fatti.
In un paese dove lo scontro ideologico è diventato la prassi, grazie anche alle performance del nostro ex presidente del Consiglio e del suo manipolo di mestatori mediatici, gli esempi di questa situazione abbondano ovunque. Nella coscienza collettiva si radicano "fatti"che non sono mai stati tali. Due soli esempi: è convinzione comune che il contingente italiano sia stato mandato in Iraq a seguito di una risoluzione dell'Onu: falso; ci siamo andati molto prima. Il ministro Mussi ritiene giusto che il nostro paese consenta all'Unione Europea la prosecuzione della ricerca sulle cellule staminali. Traduzione: Mussi attacca la vita, i cattolici, e vuole abolire la legge corrente. Corrosivo come sempre, Marco Travaglio dimostra come l'informazione in Italia, salvo rarissime eccezioni, abbia del tutto smarrito la sua funzione originaria.
http://www.lascomparsadeifatti.com/home_lascomparsadeifatti.php?
giovedì, febbraio 08, 2007
La testimonianza di Natalia ha l'effetto di un botto. «Questo è un ambiente — racconta — che sa fare pressione e condiziona i comportamenti. Ho cominciato a sfilare quattro anni fa e ci ho messo poco a capirlo. Sei portata a considerare il tuo corpo in un certo modo. È l'unica condizione per andare avanti». Poi Natalia racconta anche le difficoltà avute quando recentemente, e già affermata, è diventata mamma: l'aumento di peso, nel suo caso 4-5 chili, gli sforzi per eliminarlo («molti stilisti non apprezzavano»), l'altalena sulla bilancia, una grande stanchezza.
«Sono fortunata perché per me è un gran momento, ricevo un sacco di offerte e ho potuto fregarmene delle critiche. Ma vedo un sacco di ragazze all'inizio della carriera che vengono da famiglie povere e sono disposte a tutto pur di tenere vivo il sogno di fare la modella il più a lungo possibile: loro sì corrono gravi rischi».
Natalia sa di che cosa parla, al punto da ironizzare sulla sua costante difficoltà con il cibo: da ragazzina per il magro bilancio familiare, oggi per il magrissimo look impostogli dal magico mondo della moda. Secche, accattivanti, in qualche modo spietate, le parole di Natalia non hanno portato comunque ai fatti. Nel senso che le istituzioni americane non prevedono per ora di seguire l'esempio di Spagna e Italia e di porre regole sulla massa corporea. Soltanto sull'età non si transige: basta modelle sotto i 16 anni e non sembra certo una decisione rivoluzionaria. Per ora la moda a stelle e strisce si accontenta di aver affrontato il problema, di aver lanciato l'allarme, di aver già respinto al mittente alcune modelle dell'Est chiaramente denutrite. Anche se sul punto c'è polemica fra agenzie e stilisti che si accusano reciprocamente di volere ragazze sempre più somiglianti a sacchettini d'ossa. Chi è il vero cattivo del sistema? Mah. Di certo i criteri sono cambiati. Ivan Bart, direttore creativo della «Img Models» ha detto al New York Times che nel tempo la taglia media di una modella ha subito l'effetto- gambero. «Nel 1986 — spiega — eravamo tra la misura 6 e la 4. Poi si è passati alla 4 secca. Quindi dalla 4 alla 2 e ora siamo alla 0».
Non basta aggiungere come fa Diane von Furstenberg, presidente della Camera americana della moda che il concetto di taglia è cambiato («una 12 negli anni '70 equivale a una 6 oggi»), che anche ballerine e fantini seguono diete ferree, che una modella magrissima — ricorda un dietologo — può essere più sana di una con massa corporea in perfetto ordine. O come provoca Nian Fish, un decano del fashion newyorkese, che «obbligare gli stilisti a lavorare con modelle in carne sarebbe stato come dare modelle scheletriche al grande Rubens». La questione ormai è posta anche qui.