domenica, febbraio 18, 2007

INVITO ALLA LETTURA...

Il caso del tribunale di Lecco (un giudice caccia dall'aula i cronisti) ci porta a riflettere ancora una volta sul sottile rapporto- non sempre pacifico, spesso spigoloso, talvolta conflittuale-tra diritto di cronaca e privacy. A riguardo vi consiglio il libro di Mauro Paissan: "Privacy e giornalismo. Diritto di cronaca e diritto dei cittadini". A dicembre è stata pubblicata la nuova versione dell'opera.

Privacy e giornalismo. Diritto di cronaca e diritti dei cittadini” (Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, pagg. 294) è il titolo del volume curato da Mauro Paissan, componente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Il libro, presentato a Roma il 6 novembre con la partecipazione tra gli altri del Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, ricostruisce l’attività del Garante nella materia delicatissima del difficile rapporto tra libertà di informazione e rispetto della dignità e degli altri diritti fondamentali della persona.

Come in una sorta di manuale pratico per i giornalisti ma anche per i cittadini, si potranno agilmente rintracciare le decisioni riguardanti la tutela dei minori, i rapporti tra cronaca e giustizia, l’uso dei dati di personaggi pubblici, la trasparenza delle fonti pubbliche, i divieti e i rischi della diffusione dei dati sulla salute e sulla vita sessuale, l’uso di fotografie e foto segnaletiche.
Dietro i casi analizzati si affacciano - ed è questo uno dei tratti più caratteristici del libro – vite vissute, situazioni che toccano nel profondo la persona, vicende umane, tante storie dalle quale emerge come il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini sia un valore “forte”, pari ad altri già consolidati nella nostra società e nella nostra cultura democratica: il bambino chiamato ad esprimersi in tv sulla vita sentimentale della madre; la ragazza che apprende dai giornali di avere contratto una grave malattia; la persona che vede pubblicate le trascrizioni di intercettazioni telefoniche pur essendo estranea all’indagine giudiziaria; la studentessa uccisa di cui vengono senza scrupoli rivelati dati sulla salute, vicende intime e abitudini personali.
Nel testo che apre il volume, Mauro Paissan fa il punto sulle novità introdotte dal codice deontologico, sul dibattito che ha suscitato, sul lavoro svolto in questi anni dal Garante, ma traccia anche le prospettive etiche su cui si devono necessariamente misurare quanti operano nel mondo dell’informazione. “In tema di privacy – scrive il componente del Garante - non c’è una ricetta valida sempre e comunque … la responsabilità del giornalista è sempre preminente”.
Un responsabilità che va assunta anche di fronte alle nuove sfide rappresentate da Internet e dalle nuove tecnologie di comunicazione che hanno ulteriormente accresciuto il potenziale conflitto tra vita privata e identità della persona da un parte e libero flusso delle informazioni dall’altra. “La ricerca di un equilibrio tra questi valori - conclude Paissan - rappresenta la chiave di volta per assicurare, anche nell’era digitale i diritti fondamentali di libertà e democrazia” .

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